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La storia ricorda i Franchi , per la prima volta , nel 240 , quando essi furono sconfitti presso Magonza dall’imperatore romano Aurelio .Questa sconfitta però non fermò la loro espansione . All’inizio del V secolo i Franchi Ripuari (rieveraschi) si stabilirono sul Reno; altri Franchi, i Salii, occuparono le prime terre di quella che sarebbe poi divenuta la Francia. Quando poi l’impero Romano declinò fino a sfasciarsi, fu facile al grande re dei Franchi, Clodoveo, conquistare un vasto territorio che comprendeva regioni poste al di qua del regno. Nel 496 poi, Clodoveo, con il suo popolo si convertì al cattolicesimo e divenne il difensore della chiesa e della cristianità.

Due secoli dopo, furono ancora i Franchi guidati da Carlo Martello a contenere l’espansione araba e a salvare da questa minaccia l’intera civiltà cristiana d’Occidente. (Battaglia di Poitiers del 732).

I successori di Clodoveo erano divenuti, col passar del tempo, crudeli, corrotti e ambiziosi, ma assolutamente incapaci; talmente inetti che gli stessi fedelissimi cortigiani li chiamavano "Re Fannulloni". Essi erano soliti ricompensare i loro compagni (i comites o conti ) con vasti appezzamenti di terreno, sui quali "i conti" potevano poi governare quasi da padroni assoluti: l’autorità del Re diminuiva così di giorno in giorno. D’altro canto , i "maestri di palazzo", coloro cioè che avevano l’incarico di amministrare la vita nel palazzo reale , incominciarono ad esercitare tutte le funzioni che "i Re fannulloni" trascuravano: amministrare la giustizia, imporre e riscuotere le tasse, convocare le assemblee, guidare l’esercito… ( Carlo Martello era appunto un "maestro di palazzo" ) . Fu perciò facile a Pipino il Breve (così chiamato perché basso di statura ) deporre l’ultimo "re fannullone" e farsi consacrare re dal Papa: ha inizio con lui la dinastia dei Carolingi. La dinastia Carolingia ha carattere religioso. Se i Merovingi (da Meroveo, Nonno di Clodoveo) erano divenuti re per volontà dei Franchi, i Carolingi lo furono per volontà di Dio. La cerimonia religiosa, nel corso della quale Pipino il Breve era stato "unto" re dei Franchi, voleva significare che l’autorità del re derivava dalla volontà divina, ma che nello stesso tempo, dipendeva dal favore del Papa. Questa singolare alleanza fra Chiesa e regno dei Franchi non tardò a far sentire le sue conseguenze. Quando infatti il re longobardo Astolfo attaccò i terreni dell’Italia Centrale e minacciò Roma e il Papa, Pipino il Breve, consapevole del suo compito di "difensore della Chiesa" scese in Italia e, sconfitti i Longobardi , li obbligò a cedere al Papa le terre che avevano conquistato.